La Tana del Lupo
03 Ott 2020, Pubblicato da Bicicletta inCos’è la “Tana del Lupo”? Una idea per vagare in Abruzzo, una traccia per visitare i parchi nazionali e regionali, un viaggio nel medioevo italiano, una sfida personale da affrontare in bicicletta.
Il 2020 è stato un anno strano, ci ha obbligato a modificare un po’ le nostre abitudini ed il nostro modo di vivere, ad esempio siamo stati molto in casa ed abbiamo pulito e lucidato le finestre, abbiamo conosciuto persone con le quali ci siamo presentati con una stretta di … gomiti. Un periodo di cambiamenti è perfetto per rinnovare le nostre conoscenze ed abilità, così quest’anno ho affiancato alla fida MTB (alcune idee) una bicicletta più pedalabile: una gravel.
La Tana del Lupo
Il nome
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è uno dei più antichi d’Italia, venne istituito nel 1923, la sua presenza ha permesso la sopravvivenza di alcuni grandi mammiferi, come il camoscio d’Abruzzo, l’orso marsicano ed il lupo italico. Quest’ultimo ha iniziato ad espandere il proprio areale verso i vicini parchi nazionali e successivamente a tutti gli Appennini e poi alle Alpi. E’ un animale di grande valenza simbolica, sia positiva che negativa: nella mitologia romana Romolo e Remo vennero allattati da una lupa, ma d’altro canto è sempre stato un pericolo per le greggi. Da qui il motivo per cui il giro delle montagne d’Abruzzo è stato chiamato “la Tana del Lupo”.
Sfortunatamente non ho visto neppure un lupo, mi sono invece imbattuto in numerosi pastori abruzzesi, dei grossi cani dal pelo bianco a protezione delle greggi; qualche volta ho dovuto fare deviazioni inaspettate.
I luoghi
Si parte fra delle rovine romane, ci si rifornisce a fontane medioevali, si dorme (quasi) in un castello attorniati dalle montagne del Parco Nazionale del Gran Sasso. Formaggi, arrosticini, bicchieri di vino e lenticchie. Tutto questo nella prima (mezza) giornata!
Nelle altre? Non ci si annoia mai: a Campo Imperatore si è ammaliati dall’altopiano degno dei migliori film western, è obbligatoria la tappa al tabellone dedicato a Bud Spencer e Terence Hill. Dopo la piana del Voltigno all’improvviso appare un nastro blu all’orizzonte, si può fare come i 10’000 di Senofonte ed urlare Thalassa, Thalassa (il mare)!
Il primo giorno la Majella appare come una muraglia lontanissima, il secondo è una lunghissima muraglia lontana, il terzo si sfila al piede della bastionata. Si attraversa da Nord a Sud il Parco Nazionale della Majella per poi “veleggiare” nella Piana Cinque Miglia (sembra ben più lunga).
Dal lago di Barrea ci si addentra nei boschi del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; i cartelli ricordano alle auto di rallentare, si attraversano paesi abbandonati dopo il terremoto del 1915 e, dopo la più calda ed assolata delle giornate, si trova una fontana costruita 676 anni fa.
Il Parco Regionale Sirente-Velino, paesaggisticamente non ha nulla da invidiare ai “fratelli maggiori”. Si attraversano due altopiani, quello delle Rocche e quello di Campo Felice, quindi una lunghissima discesa porta verso la conca de L’Aquila ed in breve al punto di partenza.
Dove, come, quando
La Tana del Lupo è stato inventato dal duo di Montanus Wild, non è una gara, neppure “unsupported”, non si paga nulla per farlo e non si vince nulla. E’ un percorso permanente fra le montagne della regione Abruzzo, basta scaricare la traccia e partire, le informazioni ufficiali sono presenti al seguente link.
Il luogo di partenza convenzionale è presso le rovine della città di Amiternum, ma nulla vieta di partire da un altro punto. Non ci sono tappe fisse, ognuno deciderà quanti chilometri macinare ogni giorno, pertanto si può scegliere dove passare le notti, si può dormire all’addiaccio, oppure avere la tenda ed il sacco a pelo, oppure pernottare in B&B o in hotel.
Si tratta di fare circa 400 km e 8600 m di dislivello, circa il 30 % del percorso è lungo strade asfaltate, su sentiero ci sono brevi tratti, la parte del leone è fatta da strade sterrate più o meno scorrevoli. Considerate di 4 ai 6 giorni di viaggio, dipende dalla fortuna che avete con il meteo, quanto volete fermarvi a visitare i paesi, i monumenti e le eccezionalità naturali che si incontrano.
Che bicicletta usare? Una gravel con copertoni da 40 mm oppure una MTB front con copertoni scorrevoli, l’importante è che sia affidabile: si va a pedalare ad ore di distanza da centri abitati e negozi di ricambi, quindi la vecchia bicicletta con polvere e ragnatele che avete in cantina e non usate da anni… potrebbe andare bene, fatela però revisionare da un buon meccanico.
Da maggio a settembre ogni giorno va bene, in luglio ed agosto le temperature potrebbero essere sopportabili a fatica, d’altro canto in giugno e settembre potrebbe fare freddo. Il sole picchia ben di più che nelle Dolomiti, tuttavia la quota è altrettanto elevata e le perturbazioni possono far crollare la temperatura in poche ore. Basta avere fortuna 🙂
Vuoi vivere un’avventura in bicicletta? Cerchi qualche suggerimento su dove andare e come affrontare il percorso? Scrivici (link), siamo sempre pronti ad aiutarti!
Cos’è una gravel
Una gravel è una bicicletta simile ad una bici da strada, però adatta alle strade bianche (gravel = ghiaia in inglese); che differenze ci sono? La bici da strada è rivolta al massimo dell’efficienza, con una posizione aerodinamica e ruote molto scorrevoli, le gravel permettono di avere una posizione più rilassata e comoda, le ruote sono più larghe per avere controllo anche sulla ghiaia e per smorzare le vibrazioni, i freni sono più potenti.
Che differenza c’è rispetto ad una MTB leggera e scorrevole? Le MTB sono progettate pensando alla montagna (MounTain Bike), a percorsi fuoristrada, con salite ripide e scassate e discese veloci e/o tecniche. Le gravel, invece, dà il meglio di sé nelle zone collinari, con pendenze più blande, strade asfaltate o sterrate, e lunghe distanze.
Si adatta all’Abruzzo? Mah, le montagne dell’Abruzzo non sono affatto colline, le pendenze ed il fondo sono impegnative, però… il team di Montanus Wild è riuscito a creare “La Tana del Lupo” concatenando alcuni luoghi simbolo della regione Abruzzo tramite strade asfaltate, sterrate, sentieri e tratturi che possono essere affrontati (quasi) sempre in sella.
Bikepacking
Quando si pedala per diversi giorni come si fa a trasportare il materiale? Ci sono diverse soluzioni:
- – Quella più comoda è certamente avere un furgone al seguito con il necessario per la notte, pezzi di ricambio, ed eventualmente per quando si è troppo stanchi.
- – Si può caricare tutto nello zaino, soluzione economica ed accettabile se si cammina molto spingendo o portando la bicicletta ma scomoda quando si pedala.
- – Si possono utilizzare le borse laterali, il vantaggio maggiore è la capienza, infatti è il metodo utilizzato da chi fa cicloturismo, tuttavia sullo sterrato le borse sbattono, si muovono e si impigliano e tendono a sbilanciare un po’ la bicicletta.
- – Il bikepacking consiste nell’utilizzo di borse morbide legate con fasce in velcro al telaio, alla sella ed al manubrio. Bisogna essere minimalisti e trasportare il minimo indispensabile, così la bicicletta rimane leggera, ben guidabile e con un comportamento neutro. Si adatta molto allo stile della gravel: più veloce di un cicloturista, tante ore in sella, indipendenti da appoggi esterni.
Il video
Ho guardato il video fatto dai “Montanus” ed ho deciso: DEVO PARTIRE.
Guardatelo, iniziate a sognare e preparatevi, a brevissimo la smania di partire colpirà anche voi.
Stay wild!